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Lucera. I docenti a Mons. Giuliano: «Esternazioni irrispettose ed offensive»

LUCERA – Casa. Chiesa. Scuola. Da sempre ritenuti i tre luoghi dell’evoluzione e della crescita dell’individuo. Almeno fino a pochi anni fa. E sì, perché poi sono arrivati i social a disintegrare questa trilogia reputata sempre sacra nel ciclo di vita dell’essere umano.

Ma nel caso che qui andiamo a trattare forse i social non c'entrano. O sì? Certo non sappiamo quanto questi abbiano nel tempo influenzato i comportamenti umani adattandoli ai tre contesti citati, ma possiamo ben comprendere come contribuiscano nel bene e nel male ad amplificare cause ed effetti di ogni bene e di ogni male.

E allora succede che la lettera del Vescovo della Diocesi di Lucera-Troia, S.E. Mons. Giuseppe Giuliano, indirizzata agli studenti nell’occasione della rituale riapertura annuale delle scuole, abbia scatenato non poche polemiche che, pur non approdate sui social palesemente, tutto lascia immaginare che nelle chat di quei social abbiano acceso discussioni e risentimenti. Specie, a giudicare dalla missiva di replica giunta alla nostra redazione, da parte di “Una significativa rappresentanza della classe docente, tra cui molti cattolici praticanti”.

Tutto nasce proprio dalle parole (un monito non tanto velato per come è stato recepito da quel corpo docente appena menzionato?) di Mons. Giuliano che ha scritto: «Mentre sta per cominciare il nuovo anno scolastico penso innanzitutto a voi studenti, dai piccoli delle scuole primarie ai "grandi" delle secondarie.

Penso allo studio che vi attende, con tutto il carico di fatica e di soddisfazione che l'impegno intellettuale comporta. Penso alle opportunità di incontro che la scuola vi offre: incontro tra voi, ragazzi, ma anche di voi con gli adulti che vi accompagnano nel cammino educativo.

Penso perciò ai docenti e al personale che, con i giovani, compongono il mondo della scuola: sono persone adulte che hanno il compito, arduo ed esaltante, di accompagnare e di favorire l'ingresso, da protagonisti, delle giovani generazioni nella società».

Fin qui sembra non trasparire alcunché, lasciando alle ipotesi ogni immaginazione. Ma poi, proseguendo nella lettura del messaggio del Vescovo, qualcosa inizia ad evidenziarsi. Infatti: «Non è raro, almeno per me, ascoltare lamentele circa gli "adulti del mondo della scuola". E non posso nascondere un forte disagio quando tali adulti, con le loro prepotenze e i loro inganni, appartengono alla Comunità cristiana. Desidero chiedere scusa ai ragazzi e alle loro famiglie per i cristiani che offrono testimonianze deprimenti di smanie di potere, di ingannevoli sotterfugi, di pigrizie professionali».

Parole forti che non sono sfuggite al mondo degli “adulti” formato da “docenti e personale” della scuola.

«Questi, e tanti altri pensieri – prosegue il Vescovo –, mi accompagnano nel vedere i ragazzi che "vanno a scuola", attraversando la piazza della Cattedrale o il retro dell'Episcopio.

Ai ragazzi dico, allora: coraggio, e avanti senza lasciarsi scoraggiare dal male che si può vedere in noi e attorno a noi. Ed anche agli adulti del mondo della scuola dico di non lasciarsi scoraggiare dalle meschinità, ma di confidare nel Signore provvidente e buono che non lascia deluse le attese di verità e di bene, il Signore della vita che può anche tollerare ma, certamente, non avallare la mancanza di vita che, talvolta, si riscontra nelle nostre scuole.

Allora, a tutti: coraggio e andiamo avanti; buon anno scolastico a ciascuno!».

Ed ecco di seguito la risposta (o forse sarebbe meglio ritenerla una richiesta di chiarimento?) che non si è fatta attendere da parte del personale docente che si è sentito chiamare in causa. Una lettera che esordisce analizzando tre periodi del messaggio di Mons. Giuliano.

«”Non è raro, almeno per me, ascoltare lamentele circa gli "adulti del mondo della scuola. E non posso nascondere un forte disagio quando tali adulti, con le loro prepotenze e i loro inganni, appartengono alla Comunità cristiana. Desidero chiedere scusa ai ragazzi e alle loro famiglie per i cristiani che offrono testimonianze deprimenti di smanie di potere, di ingannevoli sotterfugi,di pigrizie professionali…”.

Questo uno stralcio della lettera augurale per l'anno scolastico incipiente che Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Giuliano,Vescovo di Lucera-Troia, ha inviato agli studenti della città.

Procediamo per gradi: "non è raro" è di fatto una litote che sta per "è frequente "; gli "adulti del mondo della scuola", escludendo l'innocuo personale ATA, lascerebbe configurare la classe docente. Una classe docente, a quanto pare, prepotente, ingannatrice, smaniosa di potere, atta a ricorrere a sotterfugi, infine pigra. Con tanto di scuse ai ragazzi e alle famiglie vittime di tali spregevoli individui, ancor più spregevoli se appartenenti alla Comunità cristiana.

Premesso che in tutte le professioni, e non ultimo nel clero, ci sono persone più o meno valide, più o meno dignitose, più o meno adeguate al ruolo che ricoprono, a prescindere dal fatto che appartengano o meno alla Comunità cristiana, si fa presente a Sua Eccellenza che nel così tanto bistrattato pianeta scuola esiste una altrettanto ampia categoria di docenti che opera con coscienza, con professionalità, con passione, con profonda umanità e dedizione, con uno stipendio inadeguato e alle prese con ragazzi nel pieno di quella difficile e problematica fase della vita che è l'adolescenza, quando il supporto e la collaborazione scuola/famiglia sono più che mai fondamentali ma non sempre scontati. E allora, alla luce di tutto questo, tali esternazioni appaiono, oltre che inopportune, ingiuste, irrispettose e offensive. Ma soprattutto non aiutano a creare quel clima collaborativo di proficua, pacifica convivenza di cui la nostra comunità ha tanto bisogno.

Firmato: Una significativa rappresentanza della classe docente, tra cui molti cattolici praticanti”».

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